Il sogno verde

Il sogno verde.

A cura di Antonio Capaccio, Armando Minopoli, Real Orto Botanico, Napoli. 
10/09/2016 – 01/10/2016

L'Addizione di Franco Nuti

L’arte ha la particolarità unica di dare forma a qualcosa che ancora non c’è.
La vita è sogno recita il titolo di un famoso libro di Calderón de la Barca, anche nell’arte la “visione” dell’artista che si materializza nell’opera, la forma della stessa, non è altro che la correlazione tra il dentro e il fuori, tra irreale e reale.
Nell’opera di Franco Nuti, questo passaggio si manifesta la dove l’opera si nega in parte allo sguardo.
Nell’installazione L’addizione, realizzata appositamente per l’Orto Botanico di Napoli, l’artista esplicita ulteriormente la sua cifra formale: l’utilizzo di materiali trasparenti.
In questo caso strutture cilindriche che trattengono fogli arrotolati. Fogli di plastica sui quali l’artista ha realizzato dei disegni, che possiamo solo percepire. Disegni nascosti allo sguardo, ma che lasciano spazio all’immaginazione di chi guarda.

Il binomio Uomo-Natura, Artificio-Natura, caratterizza sin dagl’albori della storia, l’intera vicenda umana sulla terra e l’Arte, manifestazione del talento inventivo e della capacità espressiva dell’uomo, contribuisce, di per sé, a migliorare l’individuo ed il mondo perché si manifesta in termini di pensiero e bellezza.
In tal senso IL SOGNO VERDE intende stabilire un anello di congiunzione nel rapporto tra uomo e natura, sebbene l’uomo stesso sia manifestazione di Natura e quindi non dovrebbe essere automatico pensare il rapporto come qualcosa di per sé dicotomico quando di fatto, per Natura, non lo è.

La particolarità della “natura” dell’uomo è quella di poter modificare i luoghi che vive aggiungendo “altro” e spesso l’artificio, l’artefatto, il manufatto – fino alla definizione più nobile di opera d’arte – che viene introdotto altera taluni equilibri e legami naturali.
Anche i castori e gli uccelli sono fabbricatori ma lo fanno per istinto, non per volontà artistica, la Kunstwollen si direbbe, volendo citare la definizione introdotta da Alois Riegl.

L’arte ha la particolarità unica di “creare” il nuovo, dare forma, attraverso l’atto dell’invenzione, a qualcosa che ancora non c’è, oppure disvelare l’invisibile e l’inespresso che già c’è ma che non si è ancora palesato.
E in quanto espressione libera di creatività guidata dal pensiero, sintesi mirabile di etica ed estetica, gli esiti dell’Arte, nella sua accezione più alta, sono dirompenti e rivoluzionari ed è giusto e necessario che sia così.
Quando non accade questo, è solo un banale replicare. 

La natura: “L’universo considerato nei suoi fenomeni, nelle sue attività, nel suo ordine, come una realtà oggettiva che l’uomo contempla, studia, modifica… Natura come realtà che precede l’opera dell’uomo e può modificarsi per essa
attraverso il lavoro, l’educazione, l’arte, l’incivilimento
1.
Ne Il SOGNO VERDE, la Natura ispira l’idea artistica, suggerisce la soluzione, stimola la creatività e nell’edizione svolta nel Real Orto Botanico di Napoli appare evidente come la specificità di taluni angoli del parco abbiano chiaramente ispirato l’opera d’arte realizzata, come per esempio nel lavoro di Alberto Timossi e Daniele Alef Grillo posti nel felceto, in quello di Franco Nuti adagiato su una catasta di rami tagliati, oppure nel caso dell’opera di Naoya Takahara nella fontana della Lemna minor, ed ancora nei lavori di Antonio Capaccio (lieve sul terreno), Karpüseeler (tronchi di quercia, che danno voce ad una vicenda storica della II Guerra Mondiale, poggiati sul fianco di un albero che collabora a rinnovarne il ricordo), Stefano Frascarelli (sgorgando da una fontana), Franca Bernardi (che ondeggia al soffiare del vento), Serena Vallese (come candido “fungo” bianco che emerge dalle radici affioranti di un grande ficus), Giuseppe Ambrosio (convergenza centripeta in un fittissimo canneto di bambù altrimenti disorientante), Marcello Rossetti (grandi farfalle che idealmente si librano in volo). 

Tutti i 18 artisti coinvolti hanno instaurato con il genius loci dell’Orto Botanico un rapporto intenso ed equilibrato, misurato ed attento, ed ognuno ha elaborato una installazione utilizzando le forme della scultura, della pittura, della fotografia ma anche della musica – con l’intervento di alcuni compositori – volendo stabilire una forma di dialogo per analogia, rimando, allusione, evocazione, ma anche per commisurata anomalia, con il contesto naturale per suscitare nel visitatore una emozione oppure porre un interrogativo, concorrendo tutti al raggiungimento dello stesso fine che è quello più alto dell’Arte.

 

1 – Treccani, Dizionario Enciclopedico Italiano