Biografia
La biografia di Franco Nuti, dagli esordi ai giorni nostri. Un approfondimento sulla ricerca creativa, le mostre, le opere.
Gli esordi
Franco Nuti, nato a Roma, vive e lavora tra la sua città natale e Napoli. Si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Nuti ha debuttato negli anni ’90 con una serie di acquerelli su carta riportata su tela, esposti presso l’Accademia di Romania. Queste opere sono state successivamente presentate in una mostra personale al Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro, caratterizzandosi per l’uso innovativo di carte veline increspate e fissate sulla tela. Tematiche centrali del suo lavoro, come realtà, memoria e vissuto, si traducono in una ricerca formale che celebra la creatività come elemento costante.
La partecipazione al progetto internazionale Civitella d’Agliano, curato da Massimo Carboni, Beat Streuli e Christoph Gallio, insieme a soggiorni significativi a New York, ha portato alla nascita degli Assemblaggi.
Opere dalla sottile vena ironica che attraverso gli oggetti quotidiani esplorano i temi del disordine e del disagio, come dispiegato nella personale alla Galleria 5-55 a Roma, a cura di Giuditta Villa.
L’interesse sperimentale di Nuti è rivolto anche ai materiali: involucri in pvc gonfiati ad aria racchiudevano pitture su carta nell’installazione esposta alla mostra Sacrifici (Lo Studio, Roma, 1998) curata da Mario de Candia.
Queste opere furono riproposte l’anno successivo per l’iniziativa Dockers, curata da Alessandra Toscani e Vittoria Biasi, presso la Fortezza da Basso a Firenze.
Andare altrove tra ricerca e insegnamento: un antidoto contro la deriva
Alla metà degli anni ’90 Nuti compie il primo dei tanti trasferimenti del suo studio di Roma, avvicinandosi all’istituto dove ha insegnato per molti anni.
Risalgono a questo periodo, ma non trovano una collocazione espositiva, restando praticamente inedite, le opere come involucro/fagotto, realizzate proprio nel nuovo atelier.
Dal 1998 avvia l’insegnamento presso il Centro di Salute Mentale (attività conclusa nel 2015), svolgendo un programma riabilitativo incentrato sull’uso del colore.
Pochi anni dopo, vicende personali lo portano a Tivoli, segnando l’inizio di una fase intensa e particolarmente difficile. Il periodo, costellato da inciampi e cadute, culmina con una rinascita artistica caratterizzata da rinnovata energia.
Gli anni 2000
Il carattere sperimentale che accompagna la sua ricerca porta Nuti a esplorare materiali industriali come il plexiglas e differenti forme espressive, tra cui le installazioni.
Per la mostra Una barca carica di…, curata da Barbara Tosi presso Arte Fuori Centro a Roma, l’artista realizza un’installazione composta da una miriade di disegni su carta velina accartocciati e disposti su un canotto.
L’evento segna anche il ripristino dello studio a Roma.
Un altro ambito di ricerca è la performance, un esempio è Carta Bianca, realizzata al Museo Centro studi sulla pittura di paesaggio europeo di Olevano Romano per la mostra Carta in Gioco.
Nuove opere, nuovi materiali
In questa fase Nuti realizza nuove tipologie di lavori come le Mappe celesti, cilindri di plexiglas che racchiudono disegni e pitture su carta e su tela oppure la serie di La Macchina del Tempo, un caleidoscopio di immagini da far scorrere.
Questi lavori, insieme a Pagine e all’installazione Passaggio a Sud Ovest sono state esposti nella mostra presso la Villa Comunale di Frosinone “Passaggio a Sud Ovest”, a cura di Barbara Tosi.
L‘installazione presentata in Ciociaria, composta da una distesa di sabbia su cui poggia un tavolo coperto da oggetti riflessi in uno specchio, congiuntamente alle essenze della vegetazione mediterranea e al rumore della risacca, segna una spinta in avanti nell’opera di Nuti.
Collaborazioni e indagine dei temi umani
Nel 2011/12, la collaborazione con la storica dell’arte Barbara Tosi porta alla creazione del Biennio Specialistico in Arte per la Terapia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
La continua ricerca sui materiali avvicina Nuti a ferro e legno multistrato, senza abbandonare le esperienze precedenti.
Per la Biennale di opere in carta, curata da Vito Capone e Loredana Rea presso la Fondazione Banca del Monte Siniscalco Ceci (Foggia, 2013), realizza l’installazione Tracarte, dove strutture in ferro sostengono rotoli di disegni e pitture parzialmente visibili.
Paolo Dalpasso, nel 2015, cura la personale Il Colore e il Movimento (Minigallery, Assisi), qui le piccole pitture su multistrato, disposte su leggii, compongono un mosaico sulle vicissitudini umane. Questa mostra riflette l’esperienza maturata nel laboratorio artistico presso il Centro di Salute Mentale.
Lo stesso anno tiene a Napoli la mostra personale Rimandi, presso la Biblioteca Nazionale – Sezione Papiri e presso la Galleria Anywhere, a cura di Marco Amore.
E’ invitato da Enrica Petrarulo alla mostra Della Natura della Cultura, presso Arte Fuori Centro a Roma, dove espone l’installazione Le Impronte della Memoria.
Coeva è l’opera L’Addizione per la mostra Il sogno verde al Real Orto Botanico di Napoli.
Due mostre guardando avanti
Curata da Loredana Rea, presso la Fondazione Umberto Mastroianni Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea di Arpino, la personale del 2017 “La Grammatica dell’Esistenza” include svariati lavori tra cui l’installazione “Senza Titolo”.
Realizzata in legno e altri materiali di recupero, l’opera di grandi dimensioni rappresenta una traduzione multiforme della condizione umana.
Nel 2018 è invitato a partecipare a Specula, un progetto work in progress del critico Giuseppe Rago, nella chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta, a Sessa Aurunca.
L’installazione realizzata da Nuti comprende un cerchio luminoso con piccole sculture in argilla cruda, poggiate su piatti di ceramica dipinti dagli allievi del laboratorio del Centro di Salute Mentale.
Quest’opera sintetizza un percorso intenso ed è manifesto del pensiero radicato di Nuti, esprimendo un senso di accoglienza verso un’umanità fragile. Segna una svolta nella produzione dell’artista, che apre uno studio anche a Napoli e sviluppa nuove sculture ispirate a Specula.
Il periodo attuale
A Roma, nel 2022 tiene la personale Il segno come parola, curata da Anna Cochetti presso Storie Contemporanee, rievocando l’esperienza del 2018 con piccole installazioni in terracotta dipinta e disegni.
Nel 2024, con la mostra EIS presso La Camera Verde, Roma (a cura di Giovanni Andrea Semerano), Nuti presenta teli trattati con gesso liquido e grafite, accompagnati da sculture in argilla colorata. Sul finire dello stesso anno il MAC di Guarcino ospita la personale ὁράω, accompagnata da un testo di Marco Palladini, dove Nuti presenta un’installazione di disegni arrotolati, evocativi di segreti e misteri, che lasciano ampio spazio all’immaginazione.


