Franco Nuti, Opere rovesce
Alla metà del 1990, per aumentare l’aggetto del quadro e spingerlo ulteriormente verso la terza dimensione, Franco Nuti capovolge le tele. Scoprendo i telai, dà origine ai primi esempi di quelle che successivamente ha definito Opere Rovesce, per delineare sia concettualmente che in modo tangibile un momento chiave della sua ricerca artistica.
Le carte veline, appiccicate alla struttura in legno, acquisiscono maggiore rilievo e sono presentate in dittici o trittici.
Dipinte ad acquarello, a volte misto a vernici acriliche, le carte vengono presto sostituite da tele di cotone, più adatte al rilievo plastico desiderato.
Anche nel 1991, Nuti continua a realizzare Opere Rovesce con le tele ancorate ai telai, interventi pittorici e, in alcuni casi, collage.